«È ora per me di crearmi nuovi stimoli», dice il pasticciere, che resta a Roma e per ora lavorerà da battitore libero e come formatore (ma ha altri nuovi progetti nel cassetto)

Giocatevi questi numeri: 23 e 42. Ve li dà Giuseppe Amato, il pastry chef di Taormina che a soli 23 anni è entrato alla Pergola del Rome Cavalieri, diventando in poco tempo il responsabile di pasticceria dell’unico ristorante con tre stelle Michelin della Capitale, alla corte dello chef Heinz Beck. Alla soglia dei 42 anni, Giuseppe Amato esce dalla porta principale e il 27 giugno 2023 è stato il suo ultimo giorno sulla terrazza più famosa di Roma. «C’è un momento della vita in cui capisci che puoi percorrere la tua strada in modo autonomo. Come dico io, ogni fiume arriva al mare», commenta il pastry chef che nel 2021 è stato premiato come miglior pasticcere da ristorazione del mondo (Meilleur Patissier).

«Tanti anni accanto a colleghi che stimo»

Lo sentiamo che è già nella sua Sicilia, dopo l’addio ufficiale alla Pergola. Non senza qualche lacrima, ammette. «Dopo quasi vent’anni è normale, è un percorso che ho affrontato, sia professionalmente che umanamente, e che mi ha portato a lavorare per anni fianco a fianco a tanti colleghi che stimo e che a loro volta stimano me», afferma.

L’annuncio ufficiale, uscito oggi sui canali social del pastry chef, recita: «Dopo 20 anni trascorsi come pasticciere alla rinomata La Pergola di Roma, ho deciso di chiudere questo capitolo della mia carriera per dedicarmi interamente a nuovi progetti nel settore delle consulenze e della formazione». Contestualmente Amato lancia il suo nuovo sito (giuseppeamatopastrychef.it). «Serve a comunicare per la prima volta il mio nome sganciato dalla Pergola», dice. Giuseppe Amato Pastry Chef: e basta.

«Formare i giovani professionisti della pasticceria da ristorazione»

Va ricordato però che Giuseppe Amato è anche formatore, fin dal 2006, anno in cui entra, giovanissimo, nel corpo docente della scuola romana A tavola con lo chef. «Quello di continuare nella formazione delle nuove generazioni di pasticceri da ristorazione è uno degli obiettivi che mi sono dato», commenta Amato, che è anche membro dell’Ampi (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), del cui direttivo fa parte dal 2021. Lo avevamo visto poco più di un anno fa dirigere i lavori degli esami di ammissione all’Accademia, nella sessione in cui vennero ammessi Paolo Griffa, Mattia Casabianca e Tommaso Foglia, svoltisi proprio nella sede della scuola A tavola con lo chef.

«Un locale mio? Spero entro l'anno prossimo»

Gli chiediamo dei suoi progetti futuri, giura che rimarrà a Roma, perché anche se le radici siciliane sono fortissime, questa è la sua città. «Mi si è aperto un mondo diverso ed è ora per me di crearmi nuovi stimoli, dalle consulenze agli eventi, sia privati che con le grandi aziende». Gli impegni già non mancano, quasi non vuol sentir parlare di riposarsi e di vacanze, la mente va oltre. Ci sarà un locale che porterà il suo nome? Confessa che investire su se stesso e sul suo modo di fare pasticceria è un suo desiderio, ma deve essere nel posto giusto: «Spero che questo sogno si avveri il prima possibile, magari entro l’anno prossimo. Per ora voglio viaggiare».

Alessandra Tibollo

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