Per alcuni il tiramisù dovrebbe imparare dal panettone, che ormai ha i suoi guizzi di eccellenza su tutto il territorio italiano e si è affermato dalla nomea di “dolce del Nord”. Imparare nel senso che si potrebbe sopire la diatriba sulla paternità spe

Per alcuni il tiramisù dovrebbe imparare dal panettone, che ormai ha i suoi guizzi di eccellenza su tutto il territorio italiano e si è affermato dalla nomea di "dolce del Nord". Imparare nel senso che si potrebbe sopire la diatriba sulla paternità specifica della ricetta e valorizzarne il pregio di dolce italiano per eccellenza. Ci ha pensato, a questo, il mercato, con la nascita e lo sviluppo di format dedicati al tiramisù, declinato in diverse forme e per diverse modalità di consumo, in barba allo schema "classico" del dolce da ristorazione che conoscevamo.

La ricetta dell'Accademia del Tiramisù

Però, intanto, la città del dolce simbolo della cucina italiana, Treviso, che ha codificato la ricetta presso l'Accademia del Tiramisù (savoiardi, caffè espresso, mascarpone, uova e zucchero) vede nascere Il Tiramisù - Dolce di Treviso. L’idea è di tre giovani imprenditori trevigiani: si chiamano Elisa Menuzzo, esperta di psicologia del lavoro, risorse umane, marketing e comunicazione; Debora Oliosi, proveniente dal settore informatico e specializzatasi in digital communication & marketing, turismo e valorizzazione del territorio; Alberto Curtolo, laureato in economia e gestore di attività commerciali nel settore del food&beverage.

Un unico laboratorio per la produzione

I tre hanno studiato la possibilità di produrre su scala industriale la crema del tiramisù, seguendo alla lettera la ricetta originale, utilizzando ingredienti freschi e senza l’utilizzo di conservanti e aromi artificiali. L'ispirazione? La crema preparate nelle cucine delle nonne e delle mamme trevigiane. Con il tecnologo alimentare Enzo Cangiulli sono giunti alla definizione della ricetta, che da gennaio viene prodotta nello stabilimento di Quinto di Treviso. Dal laboratorio unico verrà distribuita ai punti vendita dove il tiramisù verrà assemblato al momento secondo le preferenze del cliente, o proposto già assemblato nella versione tradizionale a base di savoiardi e caffè. La crema verrà anche distribuita a ristoranti, bar, catering, gastronomie e negozi di specialità alimentari. C'è poi il progetto dei punti vendita: a fine gennaio è stato inaugurato il primo negozio a Venezia. Seguiranno, nei prossimi mesi, quelli di Verona, Firenze, Milano e Roma oltre che, naturalmente, Treviso.

Dal cucchiaio alla teglia d'asporto

Il primo pdv, in Campo SS. Apostoli a Venezia, fa da modello per i successivi. L'idea era di ricreare il calore della "cucina della nonna". Dunque, stile “anni Sessanta” per ricreare l’atmosfera del periodo del boom in cui il tiramisù ha visto la sua più ampia diffusione, con dettagli e foto d’epoca della città di Treviso e dei capoluoghi veneti. Il negozio propone il dolce in diverse modalità di consumo e con diverse possibili combinazioni di bagne e guarnizioni. Diversi anche i formati disponibili: dal cucchiaio monoporzione alla crema in bicchiere, dalla porzione mono da 150 g alla maxi da 250 g, fino alle teglie da asporto. Per un ingrediente fondamentale, il caffè, è stata coinvolta Hausbrandt, storica azienda del settore che fornirà a tutti i punti vendita una miscela studiata appositamente per armonizzarsi al meglio con gli ingredienti del tiramisù.

Ernesto Brambilla

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