In viale Coni Zugna ha aperto il secondo punto vendita della pasticceria Hiromi Cake. Una apertura speciale, perché è uno dei primi passi della pasticceria giapponese in Italia, ed è un passo molto importante vista la scelta di testare yogashi e wagash

In viale Coni Zugna ha aperto il secondo punto vendita della pasticceria Hiromi Cake. Una apertura speciale, perché è uno dei primi passi della pasticceria giapponese in Italia, ed è un passo molto importante vista la scelta di testare yogashi e wagashi sulla piazza milanese.

Wagashi, dorayaki e yogashi

Di Hiromi Cake a Roma avevamo già parlato prima dell'estate, e già era a buon punto il progetto di portare i dolci giapponesi anche nel capoluogo lombardo. L'approccio, nella produzione, segue la tradizione nipponica: materie prime lavorate a mano, limitando il più possibile l’intervento delle macchine, e scarso utilizzo di zuccheri e grassi.

Soffice e leggero sono un po' le parole chiave della pasticceria. Oltre ai tradizionali wagashi con i mochi, dolci a forma di piccole sfere a base di riso proposti con cinque farciture, tutte senza glutine, ed i dorayaki - simili a pancake, proposti in nove versioni, ci sono anche i vetrine sono caratterizzate anche dai più innovativi yogashi. «Sono dessert rivisitati, d’ispirazione francese o americana, in cui gli elementi indispensabili sono il riso glutinoso, il tè matcha, la frutta di stagione e la marmellata di fagioli anko», ci hanno spiegato in pasticceria. Hanno iniziato a comparire in Giappone nei primi anni del Novecento e sono ormai diventati patrimonio della loro gastronomia. In vetrina ci sono tiramisù al tè verde, yuzu tarte, mousse al cioccolato Valrhona 64% con zenzero e nocciole, cheesecake al mango ed altri dolci che rievocano l’Occidente. Dal punto di vista estetico, tutti questi dolci tradiscono una grande attenzione per il dettaglio e per la pulizia delle forme.

Un dolce ricordo alle origini del nome

Machiko Okazaki, sposata con un italiano da 15 anni, è l'ideatrice del "format". A Roma, nell’autunno del 2018 ha aperto la prima pasticceria del Sol Levante in Italia insieme a Mitsuko Takei ed altre tre pastry chef giapponesi. Ora Milano, riproponendo il nome Hiromi Cake, che nasce dai ricordi di infanzia di Machiko: da bambina - si legge in una nota diffusa alla stamap - , sotto la sua casa di Osaka, c’era una minuscola pasticceria dove passava ogni giorno perché un’anziana signora di nome Hiromi le regalava un dolcetto ed un sorriso. Quel ricordo si è concretizzato grazie a Lorenzo Ferraboschi e Maiko Takashima, sviluppatori di format del mondo giapponese che hanno sposato il progetto.

Caffetteria, pranzo e cerimonia del tè

Hiromi Cake è aperto tutti i giorni dalla prima colazione con la caffetteria ed i suoi tipici cornetti al tè matcha, al pranzo con il caratteristico obento, alla merenda con piccole creazioni che accompagnano la tradizionale cerimonia del tè per chiudere poi alle 22:00 con torte e monoporzioni da gustare comodamente dopocena anche a casa.

Ernesto Brambilla

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