Più di una torta, quasi una performance artistica: il progetto ha coinvolto anche designer, street artist e l’associazione MaiPaura

Destroy è l’ultima creazione di Fabio Longhin. Sembra un semplice dessert, ma in realtà si pone come uno specchio in cui guardare e scoprire chi si è davvero. Questa torta, infatti, va consumata distruggendola. Nell’atto di romperla, ci si rivela. Frutto di connessioni tra designer, street artist e i ragazzi dell’associazione MaiPaura, rivela quanto la pasticceria possa diventare innovativa se messa al servizio di idee e contaminazioni.

Cos'è Destroy: un invito a togliere le maschere

Longhin definisce Destroy «un invito forte a rompere lo strato superficiale, le sovrastrutture e le maschere, per guardarsi dentro, raggiungere il nucleo, e capire chi si è veramente. Un dolce che vuole spingere a pensare, a gustare l’essenza. Lo si può “distruggere” in maniera decisa, netta, scagliando la sfera ed osservando la distruzione. Lo si può rompere con le mani, con un atto semplice, che stabilisce una connessione perduta, intima e profonda con il cibo, con la natura o con una tradizione». Questa scelta si trasforma in una seduta psicanalitica “dolce”. Infatti, costringe chi distrugge a cogliere l’approccio che abbiamo verso noi stessi e verso il mondo. L’invito di Longhin è di gustarlo nella maniera più istintiva, naturale e appagante.

Com'è fatto Destroy

Destroy è una torta realizzata con una copertura di cioccolato che protegge, croccante e determinata. È allo stesso tempo delicata e scioglievole. È realizzata con cioccolato fondente (fava di cacao, burro di cacao, zucchero, vaniglia). Il sablè sbriciolato riacquista forme uniche ed equilibrio grazie ad una morbidissima mou. La frolla solida accoglie e sostiene gli altri ingredienti. È fatta con fava di cacao, zucchero di canna, latte concentrato, burro di cacao, vaniglia.

L’intervista a Fabio Longhin: «Un progetto punk e attivista»

Destroy nasce dall'urgenza creativa. Ti ricordi l'esatto momento in cui lo hai immaginato? Cosa ha scatenato questa idea?

Da buon quarantacinquenne, sento di appartenere a quella generazione in crisi, che non sa cosa farà da grande. L’urgenza creativa era già dentro di me. Nasce dalla visione della mia infanzia. Destroy è un progetto punk e attivista, una provocazione. Volevamo invitare a distruggere per ricostruire l’idea di sé. Ho aspettato a presentarlo perché volevo rispettare Vivienne Westwood, venuta a mancare proprio nel 2022. La mia creazione si nutre anche dei principi trasmessi da Westwood e accolti durante la mia crescita. In una società che guarda all’ego ha bisogno di distruggere e ricostruire con occhi nuovi, come quelli dei ragazzi di MaiPaura, un’associazione incubatore dedicata all’autismo. Destroy mira a ricostruire qualcosa di positivo con i ragazzi, creando una connessione più che inclusione. Sono loro che insegnano a noi, manipolati dal sistema. Le diversità diventano il fulcro per fare cose belle e cose nuove.

Come può un dolce fare un lavoro quasi psicanalitico come quello di definire l'approccio con noi stessi?

È un semplice dolce, ma può tirare fuori comportamenti imprevisti. L’approccio del bambino irruento che spacca e si diverte. Quello più timido, che attua una distruzione molto delicata. Il risultato non cambia. È come dire: “Servitevi e mangiate le mie briciole”. Rompere Destroy è un gesto atavico, primitivo. Ti faccio scoprire la distruzione, mettendoti a confronto con te stesso.

La tecnica di pasticceria dà forma all'idea: come avviene questo processo?

Destroy nasce in sinergia con l’associazione MaiPaura e dalla sinergia con il team. La creatività è un interscambio tra le persone. Abbiamo dovuto creare una stampa 3D per studiare il progetto, approcciandoci al mondo del design con Stefano Porcini e gli Urban Solid. Avevamo uno spazio vuoto dove scrivere. La pasticceria è frutto di continui interscambi con le persone. Non ci si può fermare a un approccio solo.

Stefania Leo

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