La Fipe ha presentato il sindacato italiano dei locali storici, con l’obiettivo di rappresentare le istanze di questo comparto così “delicato” del fuori casa

Locali o monumenti storici? Secondo la Fipe-Confcommercio sono circa 200 i pubblici esercizi, bar, ristoranti gelaterie e pasticcerie, che hanno le carte in regola per definirsi locali storici. Luoghi che si distinguono dal punto di vista architettonico e da quello culturale. Dai quali - visto che di pubblici esercizi si tratta - sono transitate personalità e momenti che hanno fatto la storia d'Italia. 

Si può aderire con più di 70 anni di attività

Assieme alla Federazione italiana dei pubblici esercizi si è costituito un primo gruppo, composto da nove imprese, che ha deciso di costituire il primo sindacato nazionale dei locali storici. Una associazione, presentata ufficialmente a Roma, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione del presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani, e del Ministero dello Sviluppo Economico, cui potranno aderire i titolari di tutti i bar e ristoranti in attività da oltre 70 anni, che abbiano conservato ed esposto al loro interno cimeli, documenti e testimonianze dell’epoca.

Presidente è il titolare di Pasticceria Marescotti a Genova

Si chiama Associazione Gli Storici, ed è presieduta da Alessandro Cavo, titolare della Pasticceria e Liquoreria Marescotti (1780) di Genova. «Sarà prima di tutto un sindacato attivo nel promuovere politiche di valorizzazione e sostegno a questo tipo di attività. I locali storici, infatti, rappresentano un patrimonio collettivo ma non sono mai stati trattati come tali dagli ultimi governi. Senza politiche mirate e tutele speciali, nel giro di pochi anni i centri storici saranno destinati a lasciare spazio solamente ai brand internazionali a scapito dei locali storici. Se non invertiamo questo trend, non solo perderemo professionalità, posti di lavoro e Pil, ma perderemo un pezzetto della nostra memoria collettiva» ha detto Cavo in una nota diffusa dalla Fipe.

Un fondo per aiutare i locali storici

Marco Valenza, proprietario dei caffè Paszkowsky (1903) e Gilli (1733) di Firenze, ha approfittato per ricordare che «a differenza di ogni altro bar o ristorante, noi abbiamo costi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, 10 volte superiori. Basti pensare che per imbiancare una parete, dobbiamo chiedere il nulla osta alla Soprintendenza, ed effettuare stratigrafie a nostre spese prima di poter procedere con i lavori. A questo si aggiunge la concorrenza delle grandi aziende che non siamo in grado di contrastare e con la loro presenza massiccia nei centri storici, fanno lievitare i costi degli affitti che, per noi, diventano insostenibili». L'idea è affrontare insieme problemi comuni come questi. Le richieste prioritarie sono già chiare: «La creazione di un fondo rotativo che consenta agli imprenditori di acquistare gli immobili, evitando di rimanere ostaggio di dinamiche di mercato che vedono lievitare i canoni di locazione. La possibilità di introdurre un credito di imposta per ammortizzare gli oneri degli interventi ordinari e straordinari di manutenzione di locali che sono un patrimonio pubblico. E, infine, la pianificazione di una campagna di promozione dei pubblici esercizi storici all’estero, con conseguente tutela dei marchi».

 

Ernesto Brambilla

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