Le catene italiane di gelateria all’estero resistono alla pandemia e rilanciano la loro sfida, con progetti di sviluppo

MILANO. Tiene bene il business delle gelaterie in catena, anche nell’anno segnato dalla pandemia e dalle restrizioni a consumi e spostamenti che tanto duramente hanno colpito tutto il mondo del fuori casa. Dinamismo, spinta alla crescita, capacità di resistere e, insieme, di guardare al mercato con occhio vivace hanno contraddistinto il settore, stando ai rilievi dell’Osservatorio Sistema Gelato, che si avvale del consolidato sostegno di Sigep e che, insieme a Dolcegiornale, ha organizzato - nel corso dell’ultima edizione tutta digitale della fiera - un talk proprio su questo tema (di cui avevamo scritto anche qui). Sono più di 400 le catene che l’Osservatorio mappa in tutto il mondo, Italia compresa, e sino ad oggi ne ha selezionate 15 per il riconoscimento Top Gelato Chains - assegnato ogni anno alle catene che si distinguono per crescita e successo nei mercati internazionali. Queste “best 15”, da sole, contano quasi 600 punti vendita distribuiti in oltre 30 nazioni. «Nonostante il periodo pandemico e le chiusure obbligate, le catene sono riuscite a mantenere più che stabile il numero dei propri punti vendita - spiega il fondatore dell’Osservatorio Antonio Verga Falzacappa. «Se si considerano gli ultimi 18 mesi, il numero dei punti vendita è addirittura cresciuto (le Top Chains hanno fatto segnare un +36), in particolare nei mercati esteri, grazie ad investimenti diretti o tramite gli affiliati». Gran parte degli investimenti che già erano stati pianificati prima della pandemia da Covid-19 sono stati, dunque, portati a termine. «Gli investimenti all’inizio della fase di negoziazione o pianificazione sono stati messi, invece, momentaneamente in stand by o posticipati». Si segnalano, per il forte dinamismo sul fronte delle nuove aperture, le catene La Romana (+7 pdv) e Gelato Go (+5).

Si rafforza la presenza sui mercati esteri

Il 2021 resterà un anno particolare, a detta dei vertici delle principali catene di gelato. Però la marcia non si arresta: «Quasi tutte le Top International Gelato Chains prevedono di riprendere il piano di aperture, con un rafforzamento della presenza sui mercati esteri. Per alcune realtà sarà l’occasione per uscire dai propri confini nazionali per la prima volta (come, ad esempio, per la spagnola Borgonesse)». Per fronteggiare lo scossone del Covid, ogni catena si è mossa con la sua strategia. «Alcune iniziative, naturalmente, risultano trasversali; in particolare gli sforzi per attivare il delivery (in proprio o tramite le principali piattaforme), con una forte promozione attraverso i canali social. Molte catene hanno esteso in maniera significativa la gamma dei prodotti venduti: chi era strutturato con laboratori centralizzati ha allargato i canali di vendita puntando anche a Gdo ed Ho.re.ca. Altri hanno puntato sui “carrettini” per il gelato». Nessuno, insomma, è rimasto fermo a guardare.

 

 

 

Ernesto Brambilla

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