L’identità, il laboratorio, la vendita: sono tre elementi chiave su cui fondare la ripartenza e l’evoluzione dell’attività. Ne abbiamo parlato con i nostri esperti qui; oltre al loro parere abbiamo voluto dare voce alle testimonianze di professionisti

L'identità, il laboratorio, la vendita: sono tre elementi chiave su cui fondare la ripartenza e l'evoluzione dell'attività. Ne abbiamo parlato con i nostri esperti qui; oltre al loro parere abbiamo voluto dare voce alle testimonianze di professionisti del settore. Ne abbiamo parlato, per esempio, con Annalisa Ricchiuto, co-titolare della gelateria G&Co a Tricase (Le).

Come vi preparate alla ripartenza? Le rispondo così: questa mattina (a metà aprile, ndr) stiamo lavorando 4 quintali di fragole e 6 di limoni bio. Nonostante il periodo, continuiamo a investire sulla qualità e programmare la lavorazione della frutta di stagione, in modo che anche la prossima estate i nostri clienti abbiano la garanzia che il nostro gelato sia fatto con frutta fresca. Sbucciamo e spremiamo sperando di avere una stagione come si deve. Inoltre, stiamo contattando i nostri partner locali (b&b, artigiani, negozianti) per creare una rete che ci consenta di essere coesi e utili ai turisti che, si spera, arriveranno in estate. Visto che la stagione non è ancora partita e abbiamo tempo a disposizione, stiamo curando la parte social, creando materiali che saranno poi pronti da mettere online nei mesi estivi. In generale, ci stiamo muovendo con i piedi di piombo, non vogliamo rischiare di sciupare i risultati economici di quel che si può realizzare.

E nel frattempo? Lavoriamo con la consegna domicilio. Al momento, la gelateria è aperta solo dalle 16 alle 18-20 durante la settimana, mattina e pomeriggio nel weekend, ma è più un servizio che vogliamo fornire ai nostri clienti sul territorio che un lavoro reale. In inverno, oltre al gelato facciamo torte gelato e semifredde, torte classiche italiane calde e cake design su prenotazione, cioccolateria e pralineria, waffles e crêpes.

C’è qualcosa di positivo da mettere a bilancio dall’esperienza della pandemia? Poco dal punto di vista lavorativo, economico, umano. Forse, il fatto di aver avuto più tempo per cercare intorno a noi prodotti del territorio meno noti rispetto a quelli Igp. Abbiamo scoperto alcuni agricoltori eroici che coltivano antiche varietà abbandonate. Da loro abbiamo preso pastinache, patate dolci e una zucca a km zero da semi antichi, con cui abbiamo fatto una crema di zucca con petali di mandorle pralinate e semi di zucca.

Di recente avete ricevuto un riconoscimento per il vostro approccio ecosostenibile. Le bucce e gli scarti della frutta che usiamo vengono trasformati in humus che poi usiamo per concimare le rose, che usiamo per fare il gelato. Quando si acquista frutta speciale dal punto di vista nutritivo, con un valore che deriva dal lavoro fatto dal coltivatore, anche lo scarto ha un valore, e buttarlo sarebbe un sacrilegio.

 

 

 

Flavia Fresia

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