Vincere un concorso è una soddisfazione personale. Ma può anche rivelarsi un punto di svolta per la carriera. Specie se si tratta di un prestigioso torneo nazionale o internazionale. Non stupisce, allora, che molti decidano di impegnarsi in una competi

Vincere un concorso è una soddisfazione personale. Ma può anche rivelarsi un punto di svolta per la carriera. Specie se si tratta di un prestigioso torneo nazionale o internazionale. Non stupisce, allora, che molti decidano di impegnarsi in una competizione e puntino alla vittoria, investendo nell'impresa tempo, energie e, soprattutto, denaro. Un investimento che bisogna essere bravi a sfruttare una volta tornati a casa, meglio se con una vittoria.

Il fatto di potersi fregiare di un titolo e la fama conquistata possono essere utili trampolini di lancio per allargare l’attività e incrementare il giro d’affari. Però, bisogna essere pronti a sfruttare le occasioni.

«Dal punto di vista professionale, un campionato del mondo cambia la vita - rivela Fabrizio Donatone, vincitore della Coupe du Monde de la Pâtisserie 2015 insieme a Francesco Boccia ed Emmanuele Forcone - però bisogna anche essere pronti a gestire la situazione. Essere sotto i riflettori, soprattutto dopo una vittoria, apre buone possibilità di lavoro. Noi abbiamo attività di consulenza e nel nostro caso sono aumentate. Addirittura, siamo andati a fare dimostrazioni anche all’estero. Questo è bello: finalmente si porta all’estero l’eccellenza italiana anche nel settore della pasticceria».

«Quando vinci, la gioia è infinita - racconta Enrico Casarano, Campione Mondiale di Pasticceria Fipgc 2017 - Poi, devi essere bravo a sfruttare l’onda, farti conoscere, distinguerti, creare sempre qualcosa di innovativo, per rimanere ai massimi livelli nel corso degli anni. Dal punto di vista economico, cominci a fare consulenze, dimostrazioni, corsi di formazione».

«Il concorso è un palcoscenico che ti fa conoscere al mondo, la partecipazione va affrontata come un lavoro che porta lavoro - afferma Maurizio Frau - Per chi vince, le ricadute sono importanti, può guadagnare in un giorno quel che prima guadagnava in un mese. A patto di saper sfruttare la fama e i contatti che arrivano grazie al concorso».

Che la notorietà varchi i confini nazionali lo conferma Giancarlo Maistrello della Pasticceria Maistrello di Villaverla (Vi), che a settembre 2017 ha vinto il titolo di Miglior Panettone Tradizionale nella finale della 5° edizione del concorso Panettone Day: «Dopo la vittoria, ho ricevuto ordinazioni da Paesi come la Francia, la Spagna e addirittura il Messico».

Le ricadute della partecipazione a una competizione non sono necessariamente solo economiche. Anche da punto di vista umano ci sono benefici, come spiega Fabrizio Donatone: «Nel nostro caso, è rimasta l’amicizia. Non sempre una squadra dopo la vittoria rimane così unita. Noi, a 4 anni dalla vittoria, siamo amici, facciamo ancora eventi insieme ed è la cosa più bella». I risvolti positivi possono arrivare anche dalla sola partecipazione.

«Non ci aspettiamo che un’eventuale vittoria alla finale mondiale porti lavoro in più - afferma Barbara Borghi, che con la socia Emanuela Taddeo parteciperà, in categorie diverse, alla finale mondiale Fipgc a Host 2019 - certo, qualche cliente in più arriva dopo una gara o un passaggio in tv, e lo zoccolo duro della nostra clientela è orgogliosa dei nostri risultati».

Oltre alla soddisfazione personale, è però l’esperienza della preparazione e della partecipazione quello di cui fare tesoro: «L’allenamento per il concorso è un esercizio che serve non solo per la gara, ma anche per l’attività quotidiana, per migliorare il lavoro e l’organizzazione di tutti i giorni, reimpostare le procedure di laboratorio», conclude Barbara.

Per Alessandro Dalmasso, i benefici della vittoria internazionale della nazionale di pasticceria non riguardano solo i singoli vincitori: «È un movimento che fa bene a tutta la pasticceria artigianale. Anche se non direttamente interessata, è tutta la categoria che ne beneficia».

Flavia Fresia

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