«Non ho mai paura di inventare, creare, rischiare, tirare fuori dal cappello qualcosa di nuovo. Stavolta è durissima, ma dobbiamo cercare ogni strada per resistere». Sebastiano Caridi, giovane maestro Ampi e titolare di pasticcerie a Faenza e a Bologna

«Non ho mai paura di inventare, creare, rischiare, tirare fuori dal cappello qualcosa di nuovo. Stavolta è durissima, ma dobbiamo cercare ogni strada per resistere». Sebastiano Caridi, giovane maestro Ampi e titolare di pasticcerie a Faenza e a Bologna, è chiamato - come tanti colleghi - a una prova di resilienza mai nemmeno immaginata prima.

In cerca di nuove formule

Con i negozi chiusi al pubblico, tocca reinventarsi. Le opportunità non sono molte: le consegne a domicilio, effettuate in tutta sicurezza, danno un po' di respiro. Ma il tema non è tanto inseguire ricavi e guadagni, quanto non lasciare soli i clienti. Non "sparire", insomma. «Nei primi 10 giorni volevamo fornire un servizio ai nostri clienti, raccogliendo al telefono gli ordini e portando i dolci a domicilio. Mi ci sono messo in prima persona, poi ho accantonato l'idea per una questione di sicurezza. Mi sono messo a lavorare sul nostro sito, cercando il più possibile di sistemare la piattaforma di e-commerce. Effettivamente, non avrei mai avuto il tempo di farlo in condizioni "normali"». Appoggiandosi ad alcuni corrieri, Caridi e i suoi collaboratori hanno attivato l'e-commerce la settimana scorsa. «Solo ieri abbiamo effettuato quasi 100 spedizioni di colombe in tutta Italia. Con consegna gratuita, senza la volontà di cercare guadagni. Il nostro primo obiettivo resta quello di tutelare i nostri collaboratori, che sono in tutto una quarantina, e di restare contemporaneamente agganciati ai clienti. Da un paio di giorni stiamo testando una nuova formula di vendita: forniamo i prodotti legati alla festività pasquale a una bottega di alimentari di alta qualità che è proprio accanto alla mia pasticceria di Faenza. Loro possono tenere aperto e noi siamo ancora presenti per la nostra clientela di prossimità».

La pasticceria nel museo a Bologna

Lo scorso anno Caridi aveva espanso l'attività, aprendo il suo secondo pdv a Bologna, nella caffetteria del museo di Palazzo Fava. Un momento di crescita, con tutti gli investimenti che questo comporta. «Per ora stiamo supportando la chiusura sulle nostre spalle, ma se la crisi si prolunga serviranno interventi pubblici più che drastici», chiude Sebastiano.

Ernesto Brambilla

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