Ampia gamma, freschezza delle proposte e gentilezza. Assi vincenti della Pasticceria Torino di Parma, dove si trovano anche le delicate violette candite

PARMA. Dolcegiornale è andato in tour a Parma, capitale della food Valley italiana, città dal ricco patrimonio gastronomico e con un'industria alimentare capace di coniugare tradizione e innovazione. Due elementi che convivono anche nel settore della pasticceria, dove a insegne storiche corrispondono locali contemporanei.

Pasticceria Torino è un'insegna storica tra la stazione e il centro storico, lungo una delle arterie principali della città. Il locale, ci dice il gentile proprietario, risale alla fine dell’800, ma appartiene alla sua famiglia “solo” dal 1957. Fuori, le eleganti vetrine valorizzano le tipiche violette candite di Parma. Dentro, le atmosfere d’antan si rispecchiano negli arredi d’epoca in legno intagliato, nelle collezioni di oggetti d’altri tempi (stampi per il cioccolato in stagno, sifoni per il selz, stampe). Le vetrine del banco pasticceria espongono dolci tradizionali: crostatine, tartellette, biscotti (tra cui quelli al burro salato e quelli di farro), budini di riso, bigné, baci, fiamme. Di prima mattina a catturare l’attenzione è l’ampia offerta di lievitati per la colazione (€1.50 al pezzo): cornetti vuoti o variamente farciti, veneziane e parigine, fagottini crema e mela. C’è anche qualche proposta salata: panini al formaggio o al tonno, pizze. Non vediamo torte e la vetrina refrigerata è vuota. Non c’è dehors, né tavoli all’interno, solo una mensola d’appoggio accanto al banco della caffetteria. Il via vai di clienti nel piccolo locale è continuo, senz’altro attirati dalla bontà e dalla freschezza delle proposte. Cappuccino e brioche 3 euro al banco.

Flavia Fresia

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