Come è nato il progetto della pasticceria, caffetteria e bistrot con vista sulle antiche mura Serviane, dentro la Stazione Termini a Roma

ROMA. Il maestoso atrio della stazione ferroviaria di Roma Termini recentemente è stato teatro di un importante intervento di riqualificazione che ha restituito la vista verso le antiche Mura Serviane, attualmente liberate dai fronzoli delle attività commerciali accumulatesi nel tempo. Qui, in questo luogo soprannominato il Dinosauro per la sua particolare forma architettonica, ha preso forma uno spazio destinato al gusto per la colazione, l’aperitivo, il pranzo o una semplice pausa.

Si tratta di Mignon alle mura, un progetto dello studio Amw Architetti Associati, ispirato alle linee sinuose della copertura della stazione progettate da Eugenio Montuori e Leo Calini (nel 1947) e al profilo delle vestigia archeologiche antistanti che fanno da vera e propria quinta scenica. A delimitare il Mignon non ci sono pareti ma semplicemente da un lato, una barriera in vetro trasparente alta poco più di un metro che separa questo spazio dall’atrio stesso, e dall’altro un bancone dalla forma sinuosa.

Uno spazio nello spazio con vista sulle mura Serviane rinate a nuova vita

È uno spazio nello spazio, che dialoga con le architetture circostanti in modo fluido e senza soluzione di continuità e che si inserisce in perfetta armonia con la vetrata retrostante. Il grande bancone, dalle dimensioni decisamente importanti, si snoda secondo un andamento a S, con tre grandi vetrine a vista ed è ben definito da alcuni elementi distintivi come il legno, declinato in un colore blu desaturato che riprende il brand Mignon. «La matericità delle geometrie - spiegano i progettisti - è sottolineata ma al contempo “alleggerita” con fughe e dettagli in metallo laccato che sottolineano la fluidità del segno architettonico. Le sovrastrutture metalliche in arredo che si declinano in lampade, mensole ed alzate portalampade, reinterpretano le forme ad arco presenti sui lati esterni della stazione riproponendone la serialità modularmente, ma decostruendone la forma».

Un grande tavolo dall'andamento sinuoso

Se da un lato il grande bancone funge da vero catalizzatore per la clientela che entra ed esce dalla stazione, dall’altro lo spazio adiacente dedicato alla consumazione diventa un’oasi elegante e raffinata. Comode sedute in velluto dalle tonalità pastello arredano questa zona del Mignon, dove sedere per gustare meglio le specialità e la bellezza del luogo. A illuminare questo spazio, delle maxi lampade sospese, sorrette da grandi bracci a semi arco che regalano una luce diffusa e morbida in ogni direzione. Elemento di forte caratterizzazione al centro di questa area, un grande tavolo che, con il suo andamento sinuoso, segna e definisce lo spazio declinandosi come elemento distributivo delle sedute in grado di garantire comfort e al contempo privacy agli utenti stessi. «Il richiamo all’epoca decò, - precisano i progettisti- e a quello che le stazioni e le sale di aspetto hanno significato e rappresentato nell’immaginario collettivo, sono il riferimento stilistico che il progetto persegue».

Barbara Del Miglio, Chiara Naldini

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