Linee minimal e un plafond a onda in acciaio battuto a mano. Da ThéAtre a Shanghai, dove il rito del te diventa più contemporaneo che mai

Shanghai (Cina). In un grande centro commerciale della città, il ThéATRE tea shop è un luogo in cui un’antichissima attività cerimoniale è stata reinterpretata con una visione architettonica innovativa. Un piccolo spazio, solo 50 mq, completamente aperto al pubblico come fosse un palcoscenico teatrale dove mettere in scena lo spettacolo della vendita e preparazione di torte, pasticcini e prodotti alimentari fortemente legati al tè e a tutto l’immaginario che si muove intorno ad esso. La forma sinuosa e dinamica del soffitto curvo, fatto a mano da artigiani locali piegando fogli di acciaio in un pezzo unico, trae appunto la sua ispirazione dal movimento delle gocce d’acqua nel momento in cui diventano tè puro. Così, sotto questa grande onda argentea in movimento verso l’interno della facciata, prende forma uno spazio etereo, fatto di riflessi di materiali, colori e luci. L’interno è caratterizzato da linee semplici e pochi elementi architettonici: un layout essenziale, giocato sull’accostamento di differenti materiali con tonalità e texture differenti, il marmo per i banconi al centro, la piastrella lucida per la pavimentazione e l’acciaio per il soffitto e parte del rivestimento delle pareti. «Il progetto - precisano i due architetti Marcella Campa e Stefano Avesani - offre alcuni elementi interessanti nel prospetto verticale, dove sono rintracciabili tre diversi livelli progettuali». Il primo è quello riguardante il soffitto scultoreo, che abbraccia l’intero volume spaziale e ne diventa il principale elemento architettonico. Il secondo è quello caratterizzato da un design minimal ed è dedicato a ciò che il negozio ha da offrire ai suoi clienti. Una grande vetrata sul fondo mette in mostra il processo di preparazione delle torte all’interno di un laboratorio a vista. «L’idea era quella di esprimere pulizia, efficienza e attenzione ai dettagli. Abbiamo cercato infatti di esprimere questa attenzione alla precisione, all’innovazione e alla ricerca progettando la cucina a vista come un laboratorio estremamente pulito e rigorosamente bianco. Abbiamo impiegato quindi materiali come l’acciaio inossidabile spazzolato e le piastrelle di ceramica bianca lucida caratterizzate da morbidi motivi a diamante che fanno riverberare la luce sulla loro superficie».

Erogatori dedicati al tè e pasticceria a vista

Il terzo livello è quello dedicato all’esperienza e all’interazione con i clienti. Anche qui è riproposto il medesimo accostamento cromatico tra acciaio e superfici bianche, con l’aggiunta materica del marmo e di una pavimentazione in piastrelle lucide. Al centro due grandi “scatole” in marmo massiccio, di cui una attrezzata con una serie di erogatori per la preparazione del tè e una vetrina espositiva in vetro trasparente per l’esposizione dei dolci in vendita, organizzano le funzioni del servizio di vendita. Il marmo locale dream blue, qui utilizzato, ha una porosità granulare tipica dello zucchero e cambia leggermente il suo colore secondo l’intensità della luce. Lo stesso marmo è stato selezionato anche per definire il cancello d’ingresso sopra la facciata del negozio, la cui forma è la proiezione diretta della sezione di taglio sul soffitto curvo e originariamente doveva assomigliare alla forma del paesaggio delle colline del tè. Lungo le pareti laterali, a spezzare la continuità del rivestimento in acciaio a tutta altezza, sono stati realizzati degli espositori semplici e luminosi, fatti di piastrelle di ceramica lucida, dove esporre ordinatamente alcuni dei prodotti in vendita. Il ThéATRE ha una sua piccola appendice in un patio esterno, uno spazio che si ispira all’idea delle colline di tè, circondato da grandi vasi in cemento contenenti piante verdeggianti e arredato in parte con una serie di panchine curve e morbide e in parte da una serie di tavoli di marmo e comode sedute in una totalità azzurro pastello.

L’intervista ai progettisti

Come avete affrontato il progetto avendo a disposizione uno spazio dentro un centro commerciale? La sfida è stata quella di creare uno spazio avvolgente e invitante, quasi un piccolo caffè su strada, pur mancando il contesto urbano intorno. Le dimensioni sono ridotte e abbiamo sfruttato il vantaggio di avere uno spazio indoor per aprire completamente la facciata come un grande palco, affacciata su uno spazio pubblico. La possibilità di avere uno spazio esterno a disposizione dove allestire un piccolo patio con tavoli ed elementi verdi ha contribuito a creare quest’idea di dialogo interno-esterno.

Come progetto rispecchia il vostro modus operandi? Siamo partiti da elementi architettonici e dalla definizione del layout. L’aspetto decorativo è ridotto all’essenziale, funzionale agli elementi di progetto che si vogliono sottolineare. Ci piace lavorare con artigiani locali, che in questo caso hanno realizzato manualmente il grande elemento scultoreo a soffitto fatto di lastre di acciaio piegato e battuto a mano. Un processo lungo, con una squadra di artigiani che ha lavorato in cantiere per due settimane, e per cui le competenze da architetti si sono rivelate essenziali anche per risolvere alcuni problemi tecnici.

Perchè l’idea di un laboratorio a vista? Negli ultimi anni in Cina c’è una crescente attenzione verso la qualità e pulizia degli spazi e un grande interesse per il processo produttivo. La grande attenzione di ThéATRE verso i dettagli andava presentata ai clienti per sottolineare l’aspetto creativo della pasticceria. La fortuna è stata di trovare un cliente consapevole della bravura del suo team, bravi chef artigiani, felici di condividere l’aspetto artistico del loro saper fare. Abbiamo voluto connettere ThéATRE con i clienti esponendo intenzionalmente la sua cucina, permettendo ai clienti stessi di assistere alle cerimonie di cottura dei dolci e di preparazione del tè. Paragonando tali processi a un esperimento scientifico, abbiamo optato per un’estetica da laboratorio, che non solo pone attenzione alla precisione, all’innovazione e alla ricerca, ma aiuta anche a elevare l’esperienza del cliente.

Who’s who

Marcella Campa e Stefano Avesani lavorano insieme dal ‘98. Dal 2002 si dedicano allo studio dello sviluppo urbano e delle trasformazioni della città cinese contemporanea. Dopo la laurea in architettura nel 2005, curano il numero monografico della rivista Area su arte e architettura contemporanea in Cina e vincono il premio internazionale Archiprix a Glasgow con un progetto coordinato per una strategia di recupero dei quartieri Hutong di Pechino e Lilong di Shanghai. Nel 2005 si trasferiscono in Cina per 3 anni, dove iniziano a lavorare al progetto artistico Instant Hutong e ad una ricerca parallela sull’habitat cinese contemporaneo. Vivono e lavorano tra Italia e Cina.

Barbara Delmiglio

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