Si chiama “No Planet B”. Un nome che vuole ricordare, a chi lo ordina, che non avremo a disposizione un pianeta “B” dopo aver, appunto, consumato quanto di buono ha da offrirci la nostra amata Terra. No Planet B è un dessert, ed è parte del nuovo menu

Si chiama "No Planet B". Un nome che vuole ricordare, a chi lo ordina, che non avremo a disposizione un pianeta "B" dopo aver, appunto, consumato quanto di buono ha da offrirci la nostra amata Terra. No Planet B è un dessert, ed è parte del nuovo menu del ristorante Tre Cristi di Milano, tutto dedicato al tema dell'ecosostenibilità. Una creazione che porta la firma dell'executive chef di Tre Cristi, Franco Aliberti.

noPlanetB dessert Tre Cristi
Il dessert No Planet B proposto da Franco Aliberti

Una donazione per ogni ordinazione, a favore del mare

il ristorante adotta una filosofia di riduzione dell’utilizzo della plastica: solo eliminando il consumo di 180 bottiglie da mezzo litro si sono risparmiati 10 kg di plastica; via anche 230 bicchieri per 2 kg, il tutto ogni mese. No Planet B, nell’aspetto, ricorda diversi tipi di plastica colorata. Si tratta di un dolce con biscotto, crema al limone, un ghiacciolo alla menta e cialde croccanti di menta, fragola e zafferano. «Il dolce vuole rappresentare una spiaggia invasa dalla plastica e far riflettere sulla plastica che ogni giorno finisce nel cibo che mangiamo. Un invito a prenderne coscienza, per fare la nostra parte», spiegano dal ristorante a dolcegiornale.it. Per ogni ordine di questo dessert verranno donati 0,50 centesimi di euro all’Associazione MareVivo che, fra le sue attività della valorizzazione delle acque marine, si occupa di preservare il mare dagli effetti della plastica.

Tutto il menu è antispreco

Il piatto dolce è il culmine di un menu ridisegnato da Aliberti, che vede protagoniste portate "monoingrediente". Piatti essenziali in cui un solo ingrediente viene valorizzato al meglio, anche in un'ottica di recupero delle parti meno nobili dei prodotti (un esempio, il piatto 100% Pomodoro, pomodoro San Marzano cotto alla brace, dove il cuore si utilizza per la crema e dalle bucce si ottiene un brodo profumato; o il 100% Zucchina, mezza penna rigata ottenuta dal gambo della pianta della zucchina.

Lo chef: «Ho una visione da pasticcere»

«Ho una visione da pasticcere, dice Aliberti presentando il menu e il dessert in una nota diffusa alla stampa, «tutto deve essere calcolato al millimetro, per essere perfettamente replicabile in ogni momento e da ognuno. Un esempio: la pasta al pomodoro, è la classica ricetta non scritta. Per me deve essere scritta anche quella, con tutte le possibili variazioni. Questo è un pensiero da pasticcere».

Ernesto Brambilla

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