Cuore della food valley, Parma apprezza storicità e modernità nei suoi punti vendita. Purché tutto sia all’insegna della bontà

 

PARMA. Dolcegiornale è andato in tour a Parma, capitale della food Valley italiana, città dal ricco patrimonio gastronomico e con un'industria alimentare capace di coniugare tradizione e innovazione. Due elementi che convivono anche nel settore della pasticceria, dove a insegne storiche corrispondono locali contemporanei.

Uno dei pdv visitati è Pagani 1856, insegna storica della città. Entriamo e veniamo accolti con molta gentilezza e disponibilità a soddisfare la nostra curiosità. Nel locale c’è posto solo per un paio di tavolini, gran parte dello spazio è occupato dai banconi della caffetteria e della pasticceria. Quest’ultimo, in particolare, è ricolmo di dolci ben identificati da cartellini stampati che riportano anche gli ingredienti principali: un servizio e una cortesia nei confronti dei clienti che piacerebbe incontrare più spesso anche altrove. Abbondante l’offerta di lievitati per la prima colazione, tra cui spiccano la brioche “brusca” con confettura di amarene e quella all’arancia, ma anche panettoncini, veneziane e parigine. E poi tranci di crostata alle amarene, tortelli bruschi, budini di riso, torta di mandorle. Ricco e piuttosto classico l’assortimento di mignon: cannoncini, bigné, tartellette, millefoglie, fiamme, tiramisù, macarons, pasticceria secca, spumini. La pasticceria moderna è conservata nelle vetrine refrigerate, dove fanno bella mostra di sé torte fantasia e colorate monoporzioni, tra cui la gluten-free e lactose-free Caribe (mousse al cocco, gelatina passion fruit, bisquit al cacao). Un’altra vetrina è dedicata alle torte classiche. Cappuccino e brioche al tavolo, 3 euro.

Flavia Fresia

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