Si chiama N’ovo ed è una versione rivisitata dello “zabaione romano” in cui il pasticcere Alessandro Fiorucci si è ispirato ai ricordi dello zabaione che gli veniva proposto da bambino. Con questa monoporzione, Fiorucci ha vinto il concorso indetto da

Si chiama N'ovo ed è una versione rivisitata dello "zabaione romano" in cui il pasticcere Alessandro Fiorucci si è ispirato ai ricordi dello zabaione che gli veniva proposto da bambino. Con questa monoporzione, Fiorucci ha vinto il concorso indetto da Conpait Lazio  per eleggere i migliori pasticceri del 2019.

Il dolce accompagnato da un vino o da un liquore del territorio

La partecipazione al concorso prevedeva, per ciascun concorrente, la presentazione di 20 monoporzioni sul tema "zabaione romano", elemento che doveva emergere in maniera preponderante nel gusto della proposta. Il giudizio delle monoporzioni era basato su presentazione, taglio e gusto e potevano essere accompagnate da un vino o da un liquore del territorio, a completamento della presentazione stessa. Ciascun concorrente doveva curare, non solo il dolce, ma anche il ricettario relativo, con foto e presentazione.

Alessandro Fiorucci
Alessandro Fiorucci, vincitore del premio per la miglior monoporzione innovativa

La giuria ha scelto "N'ovo"

I dieci finalisti, scelti nelle selezioni svolte il 6 e il 7 novembre, hanno presentato il loro lavoro di fronte a una giuria composta da Fabrizio Di Re, Andrea Fiori, Nazzareno Lavini, Claudio De Blasis, Felice Venanzi, Attilio Servi, Francesca Speranza, Angelo Musolino, Renato Zara, con Massimo Chierico nel ruolo di Presidente. Sono loro ad aver riconosciuto ad Alessandro Fiorucci e alla sua "N'ovo", il premio Debic per la miglior monoporzione innovativa,. Fiorucci lavora come pastry chef presso la pasticceria-caffetteria e catering Mela Verde di Roma e potrà beneficiare, con questa vittoria, di una consulenza personalizzata di Alessandro Comaschi, Pastry Culinary Advisor Debic, presso il proprio laboratorio. Il premio come miglior Pasticcere Conpait Lazio 2019 va, invece, a Giorgio Derme con la sua monoporzione "Sfida nella sfida".

«Estetica e tecnica particolare per creare l'uovo»

«Ho scelto il Muffo di Sergio Mottura, un grechetto laziale», spiega a dolcegiornale.it Alessandro, «lo stesso con cui ho cucinato la monoporzione. Sicuramente la giuria ha premiato la mia scelta di rappresentare un uovo aperto, invece della "solita" monoporzione a sfera o a cupola, o tronchetto. Quindi, la scelta estetica è stata giudicata innovativa perché la forma finale era insolita, ma non solo: anche la tecnica. Sono partito dal costruire un uovo intero, poi l'ho scavato con una tecnica particolare. Penso che tecnica ed estetica abbiano contato più delle scelte di sapore, visto che nella ricetta ho usato una semplice combinazione di zabaione, caffè e zucca».

Ernesto Brambilla

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