Nel cuore caliente del Messico c’è una pasticceria che disdegna i colori caldi e tipici del centro America per abbracciare l’algido bianco. Bianche sono le pareti e gli arredi, bianca è la luce eterea che illumina tutto lo spazio. Ma non si tratta di u

Nel cuore caliente del Messico c’è una pasticceria che disdegna i colori caldi e tipici del centro America per abbracciare l’algido bianco. Bianche sono le pareti e gli arredi, bianca è la luce eterea che illumina tutto lo spazio. Ma non si tratta di una scelta austera e minimalista, al contrario: qui questo colore/noncolore fa da fondale neutro a una pasticceria che sembra uscita da un fumetto. Ogni cosa sembra un gioco, dai quadretti che incorniciano immagini pop e scritte dai neon rosa, ai dolci e pasticcini rivestiti da glasse colorate, fino al pavimento azzurro ghiaccio. E per sottolineare la giocosità di tutto lo spazio, il rosa schocking fa da fil rouge per tutto il locale. Il progetto, firmato dal messicano Savvy Studio, ha però un nome italianissimo, Cioccolato, ribadendo ancora una volta il concetto che il richiamo alla pasticceria italiana è sentito in tutte le parti del mondo. Ha anche un altro nome, scritto più in piccolo ma a chiare lettere, “Bake & Decor”: questa pasticceria è infatti il secondo punto vendita del brand, ma si discosta dal primo perché è specializzata in dolci personalizzati per eventi speciali.

A questo spazio, lo studio Savvy ha voluto dare una forte identità visiva che richiama le occasioni festose, utilizzando quindi colori vivaci e frasi memorabili che si adattano a qualsiasi tipo di evento. Fonti di luci bianche sono nascoste per illuminare il soffitto lungo tutto il perimetro, così come luci al neon bianche retro-illuminano una serie di nicchie schierate lungo una intera parete, creando la suggestione che questo sia uno spazio fuori da ogni stereotipo. Da notare, il design ludico del tavolo e della vetrina espositiva: entrambi rigorosamente bianchi hanno però un angolo che sembra ricoperto di una lucida glassa alla fragola e al lampone.

Chiara Naldini

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