Da Eurovo arriva una donazione a favore dell’assistenza domiciliare nella zona di Imola per la lotta contro il coronavirus

Ripartire dal proprio territorio, dando un aiuto economico concreto alle strutture che si impegnano nell'assistenza domiciliare dei malati di coronavirus. È quello che ha fatto il Gruppo Eurovo, leader europeo nella produzione di uova e ovoprodotti, che si è posto al fianco delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) di Imola nella “battaglia a domicilio” contro il Covid19 con una donazione di 100.000 euro.  L’azienda ravennate ha offerto il proprio sostegno economico  alle unità mobili di intervento domiciliare, responsabili per il trattamento precoce delle infezioni da Coronavirus per tutto il territorio di Imola1 (dieci i comuni coinvolti: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Medicina, Mordano)di un protocollo organizzativo sperimentale che prevede la somministrazione precoce e direttamente a domicilio di un’associazione di farmaci che hanno dimostrato efficacia nel bloccare il peggioramento della malattia da Covid19. Il progetto, avviato lo scorso 31 marzo e liberamente sostenuto dall’Azienda USL di Imola, dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, dall’Università degli Studi di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, prevede l’assistenza a domicilio di tutti quei pazienti, sintomatici, sospetti o positivi, che non necessitano di ricovero ospedaliero. Sono in tutto 6 le équipe territoriali coinvolte, ciascuna composta da un medico e da un infermiere, il cui compito è di procedere alla visita domiciliare, effettuare i tamponi e fornire i kit con i farmaci per la cura a casa. 

Siro Lionello, Presidente di Gruppo Eurovo dichiara: «Siamo orgogliosi di poter offrire un aiuto concreto al nostro territorio in un momento così difficile, in cui è essenziale operare con rapidità ed efficienza in favore anche e, soprattutto, di tutti coloro che risultano positivi al virus ma non sono nelle condizioni di essere curati in ospedale. I nostri ospedali sono al collasso, è indispensabile oggi trovare e incentivare percorsi di cura alternativi. Per questo motivo abbiamo scelto di sostenere l’attività sperimentale delle USCA di Imola, nella speranza che possano essere raggiunti e assistiti più pazienti possibili, direttamente nelle loro case».

Redazione

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