Se la bottega è chiusa, causa emergenza coronavirus, la si può tenere aperta… virtualmente. Poter consegnare a casa dei clienti generi alimentari è una attività che può dare un po’ di ossigeno ai piccoli esercizi in questo periodo di chiusura forzata

Se la bottega è chiusa, causa emergenza coronavirus, la si può tenere aperta... virtualmente. Poter consegnare a casa dei clienti generi alimentari è una attività che può dare un po' di ossigeno ai piccoli esercizi in questo periodo di chiusura forzata. Ma è fondamentale far sapere - anche oltre il proprio quartiere di riferimento - che si è disponibili.

Nessun costo per l'esercente

A Milano è nata una iniziativa totalmente gratuita, pensata proprio per i piccoli esercizi commerciali che vogliono far conoscere la loro disponibilità alle consegne a domicilio. Si è già allargata a negozi di tutta Italia, si chiama iorestoacasa.delivery, e ha lo scopo di riunire in una sola piattaforma le botteghe di quartiere e i negozi non attivi nell’e-commerce o poco forti in questo ambito.

Si può anche invitare un collega

Il potenziale cliente può fare una ricerca inserendo il proprio CAP e la categoria merceologica che interessa. Le realtà commerciali che si sono organizzate con un servizio di consegna a domicilio possono iscriversi senza alcun costo e senza dover versare percentuali sulle vendite. L'unico requisito è, appunto, essere in grado di effettuare consegne in proprio (è una vetrina online, non un servizio di delivery). Il sistema permette, oltre che di inserire i propri riferimenti, anche di invitare un negozio, facendogli conoscere il servizio ed estendendo la rete.

«In questo momento possiamo solo dare»

L'idea è venuta al team di Ennevolte, società milanese che opera nel settore delle convenzioni aziendali, e Loud, agenzia specializzata in comunicazione digital. «È un progetto corale e la cosa bella è che realtà contigue alla nostra», spiega Corrado Tonello, amministratore delegato di Ennevolte, «che lavorano nell’ambito delle comunicazione del marketing, per puro spirito di servizio, ci stanno aiutando a promuovere l’iniziativa. In questo momento possiamo solo dare e se ognuno di noi penserà al proprio contributo, tutti insieme rallenteremo la crudele accelerazione di questo domino spietato».

Ernesto Brambilla

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