Alberobello è la linea di gelati made in Toronto firmati dallo chef Lorenzo Loseto. Venduti in barattoli e solo nel fine settimana


 

TORONTO (Canada). «Sono sempre stato affascinato e ossessionato dal gelato. Alcuni dei miei ricordi più belli da bambino e da adulto ruotano attorno al gelato». Come dare torto a Lorenzo Loseto, chef del George Restaurant di Toronto? Nato a Bari, trasferitosi all’estero da bambino, è cresciuto in Canada e per 35 anni ha lavorato nelle migliori cucine del Paese. Cinque anni fa ha deciso che avrebbe aperto una gelateria. Ha frequentato corsi alla Carpigiani Gelato University, poi ha tradotto in realtà l’idea di un gelato artigianale “all’italiana” da servire a cena al George Restaurant o da prenotare e ritirare nel fine settimana. Così è nato Alberobello Gelato - questo il nome scelto per il brand, in omaggio alla cittadina pugliese famosa per i trulli. Il gelato viene venduto in vasetto da una pinta (circa mezzo litro) a 10 dollari e ogni settimana sono disponibili gusti diversi. È lo stesso Loseto a impostare il menu settimanale. Sullo shop online propone i gelati, i sorbetti, delle conserve, del pane in grande formato e le brioche farcite (6 pezzi a 8 dollari).

Un gelato venduto solo nel fine settimana

Parte tutto dalla cucina del George Restaurant, locale di fine dining nel centro di Toronto. «Ho dedicato una parte della cucina alla gelateria. Formulo le ricette all’inizio della settimana e preparo per il weekend», spiega Loseto. Il gelato di Alberobello è in vendita, infatti, solo il venerdì e il sabato. Si pre-ordina su Shopify, si passa a ritirare entrando da un passaggio accanto alla cucina. Non una vera e propria gelateria, ma una modalità di consumo più vicina alle abitudini nordamericane: il dessert da portare a casa in barattolo di dimensione medio-grande. «Il cliente, quando viene a ritirare, ha una visione della produzione. L’edificio stesso è bellissimo e ha un valore storico, era una fabbrica di cioccolato oltre 100 anni fa. Quindi è come entrare in un luogo segreto, nascosto ma affascinante». Mentre scriviamo i gusti sul portale di pre-ordine sono mascarpone al lampone, crumble di mandorle alla vaniglia, basilico al limone e malaga. «Il nostro gelato è indirizzato a un consumatore che apprezza il sapore intenso, con una mente aperta a diverse combinazioni di sapori che non sono strane o sperimentali, ma non esattamente tradizionali. Anche se spesso produciamo gusti tradizionali: il mio preferito è - e sarà sempre - il cioccolato puro».

L'intervista a Lorenzo Loseto

Hai posto l’accento sugli ingredienti di alta qualità. Ad esempio il latte che utilizzi viene da una “family farm” dell’Ontario, che garantisce alimentazione totalmente naturale alle sue mucche. Come selezioni i fornitori?

«Siamo fortunati ad avere molti ottimi fornitori sul territorio grazie ai contatti del ristorante e cerchiamo costantemente di aggiungerne per migliorare il prodotto. Produciamo tutte le basi gelato in casa e sfruttiamo il nostro team di pasticceria per realizzare dessert speciali per “completare” il gelato. Abbiamo anche molti fornitori che si rivolgono a noi con prodotti nuovi e interessanti».

È un’idea completamente nuova, questa del gelato artigianale all’italiana, o hai altri concorrenti a Toronto?

«Penso che ci siano molti concorrenti qui a Toronto e man mano ne apriranno di più. Io lo faccio principalmente per divertimento e voglio vendere quel tanto che basta per continuare a creare nuovi sapori ogni settimana. Ciò che ci distingue è che molti gelatieri non hanno l’esperienza culinaria che ho io. Il che mi permette di realizzare sapori più intensi e abbinamenti più interessanti».

Puoi spiegarci che percorso lavorativo hai fatto e che legame hai ancora con l’Italia?

«Sono uno chef di formazione classica e cucino da 35 anni. Sono lo chef del George da 18 anni, e ci sforziamo costantemente di essere i migliori. Sono nato a Bari e sono andato via da piccolo, sono cresciuto a Toronto in una grande comunità italiana e torno in Italia spesso, ma non quanto vorrei. Da George non serviamo cucina italiana, ma la nostra offerta ha molte influenze e sapori della cultura italiana, ne sfrutta i metodi e condivide l’ideologia del cibo».

Ernesto Brambilla

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