A Host Carpigiani, azienda italiana che produce macchine per la gelateria artigianale, ha presentato le sue tecnologie al servizio del food retail e ha posto l’accento sui concetti di gelato nella ristorazione e nella pasticceria e alla tendenza del “P

A Host Carpigiani, azienda italiana che produce macchine per la gelateria artigianale, ha presentato le sue tecnologie al servizio del food retail e ha posto l'accento sui concetti di gelato nella ristorazione e nella pasticceria e alla tendenza del “Premium Soft Serve”. Stiamo parlando del gelato "soft", o gelato "alla spina" per i più creativi. È il gelato ottenuto con mantecatori automatici da banco, con una texture più morbida, dal sapore cremoso e più leggero del gelato artigianale all'italiana. Un prodotto che ha trovato spazio certamente all'estero - Stati Uniti soprattutto, dove la cultura dei frozen dessert è completamente diversa. Ma anche da noi, seppur in misura minore, negli spazi retail o nelle aree food dei centri commerciali.

Obiettivo: elevare l'immagine del gelato soft

Piccole gelaterie, caffetterie, ristoranti o anche pasticcerie: sono questi i locali che possono essere interessati a valutare questo tipo di offerta per i loro clienti, vista la facilità con cui si può installare una macchina per il gelato soft. Spazi ridotti, investimento modesto e bassi consumi di acqua ed energia. Lo "svantaggio" è che il gelato soft è ancora percepito, in Italia, come un gelato di bassa qualità e disponibile in una gamma di gusti molto limitata. Carpigiani prova a investire in questa zona grigia, presentando il servizio Soft serve consulting. Un servizio di consulenza che segue il cliente - imprenditore o titolare del locale, o lo stesso artigiano - per orientarlo non solo sulle scelte tecnologiche, ma anche nell'operations management e nella ideazione del "food concept" attorno al quale costruire il business del gelato soft.

No, l'esercente non ha la scienza infusa

Insomma, l'idea è far erogare alla macchina per il gelato soft un prodotto che sia sì cremoso e con un elegante ricciolo colorato, ma che abbia anche un'anima premium e ben agganciata al target che si vuole colpire. Studiandone la ricetta in base ai gusti del consumatore, prima di tutto. Carpigiani si è avvalsa della collaborazione del Future food Institute, una fondazione che si basa a Bologna e ha ramificazioni internazionali, e che sviluppa progetti legati al mondo dell'innovazione alimentare. Il risultato dimostrativo per la fiera è stato una ricetta di gelato soft al tè matcha con granelli di lampone essiccato, preparata con una macchina Carpigiani da banco per il gelato soft. Spiegano in Future food che lo sforzo profuso ha riguardato «la customizzazione totale dell'offerta: troppo spesso gli operatori pensano di avere tutte le risposte, di sapere già cosa piacerà al loro cliente. Invece dobbiamo partire dall'essere umano che acquista e studiare la ricetta, imparare i gesti del servizio, costruire packaging e immagine del prodotto dopo una attenta analisi dei trend».

Ernesto Brambilla

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