In quella che un tempo fu una delle sette antiche capitali della Cina, ha aperto pochi mesi fa la panetteria Mr.Maimai. Poco più di 60 mq al secondo piano di un edificio per uffici, trasformati in uno spazio che investe nella ricercatezza dei materiali

In quella che un tempo fu una delle sette antiche capitali della Cina, ha aperto pochi mesi fa la panetteria Mr.Maimai. Poco più di 60 mq al secondo piano di un edificio per uffici, trasformati in uno spazio che investe nella ricercatezza dei materiali e nel suo aspetto a tratti avveniristico. Un luogo dove concedersi una dolce pausa lavorativa assaporando un buon caffè e uno dei tanti prodotti dolciari in vendita. Delimitata perimetralmente da una serie di vetrate, la panetteria ha il suo ingresso laterale attraverso una grande porta in vetro con una grande maniglia rotonda in ottone. All'interno Mr. Maimai mette in mostra tutta la sua matericità, fatta di rivestimenti in marmo nero per la pavimentazione e parte di una parete, in marmo grigio, per il grande bancone a L e parte dei rivestimenti verticali; sono invece rivestiti in ottone l’intero soffitto e alcuni arredi. L’impiego di materiali così ricercati dà a questo spazio un’eleganza inusuale: marmo e ottone hanno forme dinamiche e sinuose a partire dalle ampie curve a ¼ di arco realizzate a soffitto e strategicamente illuminate con soluzioni a incasso. Il soffitto in ottone si trasforma in una fonte luminosa costellata di piccoli punti luce che amplificano i riflessi dorati della superficie. Dal punto di vista distributivo lo spazio è organizzato in modo da avere un’area per gli ordini al bancone dove, all’interno di bacheche trasparenti, sono in mostra tutti i prodotti in vendita; la zona antistante è corredata da un piano d’appoggio posto lungo la vetrata e una serie di sedute in ottone dalle linee vintage. Per la clientela l'alternativa è sostare comodamente seduti sulla panchina in ottone che corre lungo la parete laterale antistante il bancone attrezzato per il servizio di caffetteria.

 

Barbara Delmiglio e Chiara Naldini

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