Lo hanno soprannominato “il pasticcere spettinato” per la chioma ribelle e lo stile scapigliato e anticonformista. Per il suo amore per le moto e lo spirito da globetrotter. In una parola, rock. Ma Alessandro “Alex” Servida (visita il sito della pastic

Lo hanno soprannominato “il pasticcere spettinato” per la chioma ribelle e lo stile scapigliato e anticonformista. Per il suo amore per le moto e lo spirito da globetrotter. In una parola, rock. Ma Alessandro “Alex” Servida (visita il sito della pasticceria Servida cliccando qui), 43 anni di Pantigliate (Mi), è un titolato professionista, anche se a questa maturità professionale è arrivato dopo un percorso in un certo senso anomalo – niente scuole alberghiere per lui, che ha iniziato da autodidatta – che dal 2013 fa parte dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, una delle associazioni più accreditate e di cui fa parte il gotha della pasticceria nazionale.

Oggi, con vent’anni e più di esperienza, ci presenta la torta Donatella, dedicata alla moglie: una delle creazioni di successo della pasticceria Alex e che rappresenta una tappa significativa nel percorso professionale di Servida. «Il dolce è dedicato a mia moglie - spiega - perché lei è stata veramente una molla propulsiva per la mia carriera, incoraggiandomi e sostenendomi. Questa è la torta che ho presentato all’esame di ammissione ad Ampi: è riuscita molto bene ed è diventata il nostro cavallo di battaglia. Si tratta di un dolce composto da strati alternati di biscotto morbido al pistacchio, cremoso al cioccolato, veli di cioccolato croccante, gelée ai lamponi e mousse al cioccolato, il tutto ricoperto dalla glassa di cioccolato. Oggi l’abbinamento frutta-cioccolato lo diamo per acquisito, ma qualche anno fa era una novità. Io sono partito dall’idea di alcuni colori belli da abbinare, per poi trasformarli in questa torta che produciamo in tre formati: torta, monoporzione e mignon (la pasticceria è in vendita a 35euro/kg, ndr)». Tre formati in cui, poco per volta, si troveranno in produzione tutte le torte (circa una ventina al giorno le torte vendute, in formato da 6 o 8 porzioni). «Sono aumentati i single, è cresciuta la voglia di gratificare se stessi. Così la monoporzione ha preso piede - spiega il pasticcere - anche in un piccolo paese come il mio. Un cambiamento nei consumi che ha consentito di spostare la classica vendita del sabato e domenica a tutta la settimana».

 

Marina Bellati

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