«Il gelato dobbiamo farlo noi, perché così abbiamo sempre fatto. Vogliamo farlo il più possibile genuino, perché ci teniamo alla salute e al benessere dei nostri clienti. E abbiamo studiato come farlo in modo che lo possano mangiare tutti, compresi gli

«Il gelato dobbiamo farlo noi, perché così abbiamo sempre fatto. Vogliamo farlo il più possibile genuino, perché ci teniamo alla salute e al benessere dei nostri clienti. E abbiamo studiato come farlo in modo che lo possano mangiare tutti, compresi gli intolleranti al glutine e al lattosio che in questi ultimi anni sono diventati sempre più numerosi». Di bontà non parla, perché preferisce farti mettere in bocca un assaggio in modo che sia il suo gelato a parlare per lui.

Fabio Giavazzi, titolare con la moglie Martina di Giavazzi dal 1956, ha studiato e trovato il modo di produrre un gelato senza glutine e senza lattosio. «Il punto di partenza è stato scoprire sulla mia pelle che rinunciando al glutine avevo dei benefici per la salute. Così ho pensato di allargare questi benefici anche ai miei clienti». La delattosizzazione è il risultato di una chiacchierata casuale fatta con il proprio fornitore storico di latte e di qualche prova fatta insieme, una volta conosciuto il processo.

La particolarità di Giavazzi è che tutti i gusti che produce hanno queste caratteristiche. «Il nostro obbiettivo è creare valore attraverso l’innovazione. Per questo non smettiamo mai di sperimentare».

Sperimentare vuol dire osare nuove strade - per esempio, il gelato alla birra, frutto della collaborazione con un microbirrificio -, inventarsi un modo per mantenere a lungo inalterate le caratteristiche del gelato in modo da poterlo confezionare in barattoli e proporlo ai ristoranti, ma anche creare gusti propri come Salina (pistacchio con ricotta biologica e Malvasia di Salina), Brera (decotto di rose con litchi e lamponi) o Cuba (cioccolato bio fondente, sigaro cubano e rum). Se al cliente piacciono, dove altro può andare a mangiarli se non qui? Per questo molti dei clienti di Giavazzi sono disposti a fare più di qualche decina di chilometri in macchina per mangiare il gelato. Gli stessi chilometri che Fabio e Martina fanno ogni anno per andare a vedere dove e come nascono gli ingredienti che utilizzano per i loro gelati o per andare a mostrare ai ristoranti clienti il loro “perfect serve”.

Leggi qui il procedimento di produzione del gelato senza glutine e lattosio di Giavazzi.

 

L'intervista

La selezione delle materie prime è al centro della vostra attività. Come avviene?

Su un duplice binario: da un lato con un lavoro incessante di ricerca di piccoli produttori che condividono con noi la passione per la qualità di quello che fanno, dall’altro con rapporti stabili e duraturi con i produttori di eccellenze. Con la maggior parte dei nostri fornitori lavoriamo da oltre 10 anni. Condividiamo con loro un principio: se quello che facciamo non ci soddisfa appieno, rinunciamo a commercializzarlo. Compriamo solo direttamente, perlopiù da piccoli produttori. Tutte le nostre materie prime sono italiane, a parte il cioccolato. Ci serviamo da Valrhona da 20 anni.

Come si fa ad avere solo frutta italiana producendo gelato tutto l’anno?

Per i gusti che non possono mancare, tipo la fragola, acquistiamo i quantitativi necessari nel periodo di massima maturazione, quando i frutti sono più gustosi, li abbattiamo e li stocchiamo.

Come avviene la ricerca di nuovi produttori?

Il passaparola è molto utile: clienti, fornitori o colleghi con cui abbiamo relazioni di fiducia consolidate che suggeriscono o creano nuovi contatti. Poi ci sono le piccole manifestazioni locali specializzate in prodotti gourmet, fondamentali per entrare in contatto con piccole realtà di eccellenza altrimenti difficili da scovare.

Mongilardi

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here